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Francesco: lo sguardo che penetra il mistero

Dalla sua testimonianza sulle apparizioni, il piccolo Francesco vedeva solo l’Angelo e la Madonna senza sentire quello che loro dicevano. Ciò fu sufficiente per lo sviluppo della sua vocazione e per il ruolo specifico che egli aveva nel contesto delle apparizioni.

 

Con lo sguardo completamente centrato nella luce che gli era dato di vedere, viveva incantato dalla bellezza di Dio e della Madonna. In seguito, aiutato dalle spiegazioni di sua cugina e di sua sorella sulle parole dell’Angelo e della Madonna, approfondirà nel vissuto la conoscenza del mistero di Dio: “Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio, ma non ci bruciavamo! Come è Dio!!! Non si può dirlo! Questo sì che noi non lo potremo mai dire!” (Memorie - 144).

 

Anche se non aveva mai trovato parole chiare per descrivere Dio, fu colui che forse più comprese e penetrò il Suo mistero.

Infatti, Francesco si lasciò invadere così intensamente da Dio tanto che immergendosi in questa presenza divina in atteggiamento di adorazione, trovò in Dio il senso e la bellezza della sua vita, apprese la lode perfetta (cf. Mt 21,16).

 

Partendo dall’esperienza fatta dell’amore compassionevole di Dio per tutti gli esseri umani e dalla consapevolezza del fatto che l’umanità sceglie con frequenza cammini lontani da Dio, sorse in Francesco il desiderio intenso di corrispondere all’amore divino, consolando colui che egli chiamava Gesù Nascosto.

La testimonianza che ci è arrivata ci dice che lui: “voleva solo consolarLo!” (Memorie - 144) ciò rivela l’intensa preghiera contemplativa di questo bambino la cui unica preoccupazione era quella di vivere un’intima relazione di amicizia con Dio.

 

Questa amicizia era alimentata dal silenzio della Serra d’Aire, che portava Francesco a “pensare a Dio”, a dire “ com’è bello” e “ com’è triste” e come egli desiderasse dargli gioia; era nutrita dalle numerose ore di Adorazione Eucaristica in un angoletto della Chiesa Parrocchiale, davanti al tabernacolo, imparando da Gesù il modo di vivere la vita come dono; era rinnovata nei molti Rosari che pregava, riparandosi nel grembo di sua Madre, lasciandosi trasformare a immagine del suo Cuore centrato nel suo Figlio, Gesù.

Nella semplicità di questo affidamento silenzioso si racconta la storia di uno sguardo contemplativo pieno dell’amore di Francesco e del tocco con il quale il mistero di Dio convertì la sua vita in luce per il prossimo.