L’identità grafica svolta dalla Fondazione riflette l’esperienza mistica sperimentata da Francesco e Giacinta, dove il reale s’incontra con il divino. I bambini, l’abbigliamento dell’epoca, le mani giunte in preghiera rimandano ad una realtà ad un equilibrio con il divino, rappresentato dalla luce, dal cuore e dalla rispettiva conversione. In preghiera offrono il loro cuore a Dio. Vorremmo mostrare bambini reali che nel contesto della loro epoca non si distinguono da altri bambini.
Questi sono bambini comuni che Dio ha toccato e a cui ha fatto vivere un’esperienza trascendentale. Nella loro semplicità non riuscirono a tenere solo per se stessi la gioia interiore che Dio aveva loro comunicato e la bellezza di una Signora che dava senso alla sofferenza e chiedeva di pregare per la felicità e per la conversione dell’umanità. Francesco e Giacinta vivono questa esperienza in complicità, perché sono fratelli, perché sono vicini nello spazio e nell’età e in questo si distinguono dalla loro cugina che ammirano e desiderano seguire in quanto pastori. Più tardi entrambi aspettavano insieme Lucia, quando questa rientrava con il gregge.
I bambini sono avvolti in tre cuori in rotazione, che rispecchiano la rifrazione della luce, la luminosità e il movimento interiore che avvertivano durante le apparizioni.
Tre è il numero dei veggenti - Francesco, Giacinta e Lucia – e il tipo di esperienze relazionali sperimentate dai bambini (l’Angelo, la Madonna e Gesù).
Al centro dei cuori, troviamo due bambini nel cuore di Dio, centrati in Dio e uniti nella preghiera. La preghiera è il centro di tutto, in essa trovano il senso della loro vita, delle varie circostanze e dei loro sacrifici; la preghiera è il gesto di amore interiore e di orientamento a Dio.